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Cos’è la pinsa romana? Origini, caratteristiche e come prepararla

pinsa romana

Pinsa romana: un piatto fantastico, con origini davvero antiche, rivalutato e arricchito nel corso del tempo.

Non si tratta di un’alternativa alla normale pizza: la pinsa romana è proprio un suo antenato!

Un semplice impasto, la consistenza friabile e la possibilità di condirla come si vuole, l’ha trasformata, negli ultimi anni, in un piatto molto ricercato, che non si ferma solo a Roma, ma che ha viaggiato e viaggia in tutta Italia.

Pinsa romana: origini e storia

Origini antiche, quelle della pinsa romana, che ci riportano ai fasti dell’antica Roma. Si trattava di un piatto di recupero per le famiglie che lavoravano la terra e che non avevano molto altro da mettere in tavola.

Si usavano farine e cereali grezzi, che all’epoca non potevano certo essere venduti. Venivano così riutilizzati per creare un impasto molto leggero e croccante, da cuocere sul fuoco, dal quale deriva la pinsa romana dei giorni nostri.

Il termine “pinsa” deriva quasi sicuramente dal latino “pinsère”, che vuol dire allungare. Questo ricorda perfettamente la lavorazione dell’impasto, schiacciato e “allungato” (la pinsa ha una forma quasi rettangolare, rispetto alla classica pizza rotonda) per poi essere infornato. Era utilizzata al posto del pane per accompagnare carne o sughi.

Gli ingredienti usati per la versione antica della pinsa erano miglio, orzo e cereali poco lavorati.

Persino nell’Eneide di Virgilio si parla di questo piatto: Enea, stanco per il lungo viaggio, viene rifocillato dai popoli delle coste laziali con focacce dalla “forma allungata”, ossia le prime pinse di Roma.

Ovviamente la pinsa si è evoluta nel corso della storia. Nuovi tipi di farina, condimenti più o meno complessi, ingredienti aggiuntivi, l’hanno trasformata da semplice focaccia a un prodotto molto ricercato, sempre leggero e friabile, ma prezioso e gustato in tutta Italia.

Caratteristiche di una buona pinsa

Quali sono le caratteristiche di una pinsa romana che si rispetti?

Prima di tutto, l’uso del giusto mix di farine. Poi è importante che l’impasto abbia un’alta percentuale di acqua, questo lo renderà più friabile e leggero.

Infine una cottura in forno a legna non troppo lunga per ottenere una pinsa croccante e, non in ultimo, l’uso sapiente di ingredienti per condire e renderla più saporita come verdure, mozzarella e salumi.

L’impasto deve risultare morbido, facile da stendere. La forma allungata permette poi di condirla in vario modo e di ottenere risultati ottimi, tanto che varie pinserie l’hanno trasformata in un vero e proprio piatto gourmet.

Che differenza c'è tra la pinsa e la pizza?

Ecco le differenze principali da pinsa romana e pizza:

  • forma allungata e non rotonda
  • il tipo di farine utilizzate per l’impasto
  • l’alta percentuale di acqua
  • l’uso del lievito madre in quantità inferiori rispetto a quello usato per la pizza

La pinsa non è quindi una versione diversa della pizza, è proprio un piatto a parte. Oltre alla forma diversa, ciò che la rende unica è il suo impasto.

Si usano varie farine, tra le quali quella di frumento, di soia e di riso, e una percentuale di acqua molto alta, circa l’80%. Questo la rende davvero speciale, morbida al centro e croccante e friabile attorno. Il risultato è un piatto altamente digeribile, anche grazie alla lunghissima lievitazione e al contenuto ridotto di lievito madre.

Che farina si usa per fare la pinsa romana?

Per creare un’ottima pinsa, è necessario utilizzare il corretto mix di farine. Attualmente, la ricetta prevede l’uso di farina di frumento, di riso e di soia in parti uguali.

Ma è possibile utilizzare ulteriori tipi di farina, ottime quelle macinate a pietra e sapientemente mixate con quelle necessarie per ottenere un impasto equilibrato. La farina per pinsa “La Romana” per esempio è perfetta per creare una pinsa romana con i fiocchi, da arricchire a piacere con ingredienti saporiti e gustosi.

Come preparare la pinsa

Come si prepara un’ottima pinsa romana?

Per realizzare la pinsa servirà, come abbiamo visto, un buon mix di farine perfettamente bilanciate. Occorre poi utilizzare lievito madre o, in alternativa, una piccola quantità di lievito di birra, per garantire morbidezza al prodotto finito.

È importante usare la giusta quantità d’acqua, perché l’impasto per la pinsa è diverso rispetto a quello utilizzato per le pizze. La percentuale d’acqua riveste un ruolo fondamentale, per garantire leggerezza alla pinsa una volta cotta.

Sarebbe poi meglio impastare il tutto con una planetaria, ma se si è sufficientemente abili si può lavorare tutto con le mani, avendo cura di rispettare cicli di pieghe e pause, affinché l’impasto, alla fine, risulti liscio e ben amalgamato.

Se si usa un mix già pronto di farine, sarà sufficiente unire lievito e poi l’acqua, rigorosamente fredda. Non devono mancare olio e sale, in quantità corrette. L’impasto dovrà essere lavorato fino a quando non sarà lucido e liscio. Bisogna poi lasciarlo riposare per 35/48 ore in frigorifero, per poi dividerlo in panetti, che dovranno lievitare per altre tre ore, fino a raddoppiare il loro volume.

Una volta stesi, potranno essere cotti in forno, e conditi come si preferisce.

Per tutte le dosi e i passaggi, leggi la nostra ricetta della pinsa romana.

Come condimento sono ottimi gli abbinamenti con pomodoro e verdure, ma anche con prosciutto, mozzarella e altri prodotti freschi che si usano anche per le pizze tradizionali, in grado di dare un tocco in più al piatto!

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